Titolo: Il più grande uomo scimmia del Pleistocene
Autore: Roy Lwis
Casa editrice: Gli Adelphi
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Titolo: La scatola dei bottoni di Gwendy
Autore: Stephen King
Casa editrice: PICKWICK
Titolo: Nato a Hiroshima
Autore: Vichi de Marchi
Casa editrice: DeA
Un paio di giorni fa sono andato in giro per Santarcangelo a nascondere dei sassi gentili con una mia amica. L'idea è stata lanciata da Fermenta e consiste nel decorare con un disegno una frase una parola questi sassi e renderli gentili per poi nasconderli in giro per la città. Io l'ho fatto perché è bello decorarli, passare del tempo con la famiglia e pensare che quando qualcuno li trovi gli si rallegri la giornata.
Anche a me piacerebbe trovare un sasso decorato mentre giro per Santarcangelo e mi si rallegri la giornata e quindi spero che la gente sia felice trovandolo.
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vicino a un ristorante nei pressi della collegiata |
Diffondiamo con piacere la locandina della 2° Rassegna delle Letterature inclusive suddivisa in tre percorsi: Letterature, Esperienze, Corsi di formazione.
Nella sezione "Esperienze" saranno invitate alcune realtà associative per capire cosa significa “fare inclusione”; nella sezione "Letterature" verranno presentati editori, autori e librerie che hanno fatto dell’inclusione un punto di grande attenzione; infine, nella sezione "Corsi di formazione" formatori e specialisti ci accompagneranno in interessanti percorsi formativi.
Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/letteratureinclusive
Claudia
Comunicato da parte dell'associazione Fermenta di Santarcangelo di Romagna https://www.facebook.com/Fermenta-814327825606800:
E allora perché non dedicare una mezz’oretta della nostra giornata, magari coinvolgendo i figli, (per chi ne ha), a decorare un sasso con un disegno, una frase, una parola.
Una parola buona che vorremmo ricevere o una parola buona che vorremmo donare a un amico oppure a uno sconosciuto.
Dopo aver realizzato il nostro sasso, durante l’uscita di casa per andare a far spesa o una piccola camminata attorno a casa, potremo posarlo su un muretto, una panchina, un prato o un angolino seminascosto sperando che altri lo trovino e lo colgano con un sorriso.
Prima di lasciare il vostro sasso, o quando ne troverete uno, se vi fa piacere scattate una foto e inviatela a Fermenta, pubblicheremo volentieri tutte foto dei sassi che avranno donato un sorriso a una persona!
Sul retro del sasso scrivete una parola gentile e #Fermenta
Si tratta di un piccolo gesto che speriamo possa addolcire un pochino le nostre giornate e quelle dei bambini e ragazzi, un piccolo gesto per far sorridere chi, abbassando lo sguardo, vedrà un simpatico sasso che attendeva solo di essere trovato.
Cogliamo l’occasione per suggerire alle maestre, i maestri, le educatrici e chiunque abbia contatti con i bambini di provare a suggerire loro di impiegare un pochino del tempo libero che avranno durante le vacanze scolastiche in occasione della Pasqua per dipingere un sasso per un vicino di casa, un amico, un cittadino di Santarcangelo.
Buon divertimento!
In queste ore molti genitori e adulti stanno commentando sui social la notizia del rientro a scuola in presenza dopo Pasqua di bambini e ragazzi fino alla prima media compresa anche se in zona rossa. Tanti la descrivono come una buona notizia, io invece provo un misto tra rabbia e delusione. Sia chiaro che son felicissima per i bambini che potranno rientrare ma mio figlio ha quasi 14 anni e resterà a casa davanti a un computer così come tanti altri milioni di ragazzi che da un anno subiscono questa reclusione ingiusta.
Per l’ennesima volta il pensiero dei nostri politici è stato quello economico. Concedono il permesso di far rientrare a scuola in presenza tutti i bambini che i genitori non sanno come gestire. Come è possibile andare al lavoro e allo stesso tempo restare a casa perché i due figli di 4 e 8 anni non possono andare a scuola in presenza? Come è possibile aiutarli nella didattica a distanza e allo stesso tempo andare in ufficio o in fabbrica, fare i turni al supermercato o in ospedale?
Gli altri bambini e ragazzi sono “grandi”, si possono arrangiare. Un ragazzino che frequenta la seconda o terza classe della scuola primaria di primo grado ha 12 o 13 anni e non è scontato che sia in grado di stare a casa da solo a seguire le lezioni a distanza. Ma al di là del fatto che sia in grado di stare solo e arrangiarsi, è giusto lo faccia? È giusto che i ragazzi che frequentano licei, istituti professionali o tecnici siano a casa da quasi un anno e che abbiano potuto varcare la porta della loro scuola solo per brevissimi periodi e a turno?
Leggi la mia lettera integrale qui: https://www.newsrimini.it/2021/03/scuola-ce-una-salute-fisica-e-ce-una-salute-mentale/
Claudia
Una delle cose della DAD che mi ha fatto più male è stato scoprire che mio figlio è talmente rassegnato alle attuali restrizioni da non aver neppure pensato che aveva diritto a esprimere la sua opinione al riguardo. Scoprire che pensava non fosse giusto lamentarsi con persone esterne alla famiglia o gridare ad alta voce: VOGLIO TORNARE A SCUOLA.
Mi ha fatto male tanto 🙁
E così ho iniziato a insegnargli che non deve gridare all’ingiustizia solo tra le 4 mura di casa perché magari non gli permetto di usare per 6 ore filate Minecraft ma che è giusto e quasi un dovere far sapere al mondo che si sta subendo una grande ingiustizia argomentando per benino (guarda caso a scuola da poco hanno studiato il testo argomentativo).
A mio figlio neppure passava per l'anticamera del cervello di esprimere pubblicamente la sua opinione e quindi ho ritenuto giusto aiutarlo a far arrivare il suo pensiero scritto a un sito che si occupa di notizie del nostro territorio e l'ho invitato a scendere in piazza per una manifestazione pacifica. Insieme abbiamo attaccato il manifesto realizzato insieme al cancello della sua scuola. Abbiamo dovuto parlarne parecchio, lui si vergognava di attaccare al cancello della sua scuola lo striscione con scritto "PER FAVORE FATECI TORNARE A SCUOLA".
Non è una cosa bella a 13 anni (quasi 14) pensare di dover solo obbedire e non avere neppure diritto di parola ed essere convinti non ci sia alternativa.
Non è una bella cosa vedere un figlio rassegnato, arrendevole, spento.
Alla fine questa imposizione di didattica a distanza è una buona occasione per insegnare ai figli a cercare informazioni in rete sui contagi, spiegare loro i numeri e poi insegnare loro a guardarsi attorno e capire quali attività sono aperte e quali chiuse. Insegnare a crearsi una propria opinione sulla situazione e poi capire se è giusto o no. E se lo si trova ingiusto, si può gridarlo con educazione.
Rassegnazione non è l'unica parola di moda in questo periodo a casa nostra, ce n'è un'altra che probabilmente non ha nulla a che fare con chi si sente spento e avvilito ed è gratitudine. Gratitudine e riconoscenza che io provo nei confronti di tutti gli insegnanti delle scuole che con tanta fatica e tanto amore cercano di tenere vivi i loro ragazzi. Diciamo loro grazie, facciamo sentire loro che proviamo riconoscenza per ogni sorriso, ogni parola, ogni mail inviata ad ogni ora del giorno ai nostri figli. Di recente ho partecipato al consiglio di classe, naturalmente in videoconferenza, e ho visto professori sorridenti ma stanchi, carichi nonostante fossero al lavoro da oltre 8 ore e pronti a fare sia complimenti che rimproveri ai ragazzi. Molti di loro stanno cercando di fare il massimo e, come ho fatto altre volte in passato, ho ritenuto giusto aprire il microfono e ringraziarli per tutto quello che stanno facendo per portare i nostri figli all'esame di terza media, li ho ringraziati perché lottano ogni giorno con chi non consegna i compiti, con chi finge di avere videocamera o microfono che non funzionano e con chi non si presenta alle lezioni. Lo fanno perché ai nostri figli ci tengono e visto che non è facile lavorare in queste condizioni, direi che almeno un grazie se lo meritano.
Claudia
Circa 5 mesi fa la scuola ci ha dato un libro da leggere intitolato "Continua a Camminare" di Gabriele Clima. Lo abbiamo letto tutti insieme in classe ogni sabato, dopo una marea di tempo lo abbiamo finito, perché eravamo molto lenti a leggerlo, e oggi abbiamo il collegamento con l'autore.
Clima all'inizio si presenta e scherza con noi, e ci racconta che ha avuto un' adolescenza problematica, e che adesso ha capito come gestirla e a scoperto dei pezzi belli della sua infanzia che usa oltre che per scrivere anche nella vita di tutti i giorni. Quando ha iniziato a scrivere scriveva quello che pensava in dei diari segreti che scriveva e leggeva solo lui.
Poco dopo ci chiede di fare un dibattito sul libro e ci dice che possiamo fare domande, chiedere spiegazioni, critiche (che sono sempre importanti).
La prima domanda è di un mio amico che chiede perché abbia deciso di scrivere questo libro e dove a trovato queste bellissime storie, l'autore dice che queste storie le ha trovate su un giornale, la prima (storia di Fatma) e dopo circa un anno su un altro giornale la storia di Salìm e decide di mischiarle creandone un libro; ha inventato le storie e si è informato ulteriormente perché non conosceva bene l'islam, il terrorismo; prima di scrivere il libro si è informato per moltissimo tempo.
Un' altra domanda è perché il maestro Akhir sia ancora dentro la scuola, e ci dice che è ancora dentro perché la scuola era tutta la sua vita, come per tutti i mastri, quando Akhir vede la scuola morire da dentro si sente perso.
Una tra le ultime domande è perché all'inizio di ogni capitolo ci sono delle brevi poesie, lui ci dice che poco prima che il libro fosse pubblicato pensa di metterle nel libro perché le poesie essendo siriane non arrivano a scuola e ha convinto l'editore a metterle anche se fino alla sera prima della pubblicazione non avevano tutti i permessi ma Clima è riuscito a farle mettere contattando il traduttore delle ultime poesie.
Come ultima domanda abbiamo chiesto se con il finale aperto del libro voleva dare speranza? E lui ci dice che scrive sempre con la speranza e che la speranza dipende dalla storia e si è liberi di ideare il finale come finisce essendo che il finale è aperto.
Infine Clima ci dice che il suo personaggio preferito è Fatma perché lui da maschietto è un po' ragazza nel modo di fare e si sente come lei.
Cristian
Titolo: Io non ho paura
Autore: Niccolò Ammaniti
Casa editrice: EINAUDI
Perché mi è piaciuto questo libro: Questo libro mi è piaciuto perché è molto divertente in alcuni punti mentre in altri è molto serio e molto triste per quello che gli adulti vorrebbero fare a Filippo. L'unica cosa che non mi è piaciuto di questo libro è che ci sono abbastanza parolacce e parole strane per intendere parti intime. La cosa che mi è piaciuta di più e mi fa ridere è quando la madre di Michele lo rincorre per menarlo e lui racconta come saltava sopra il divano per sfuggire alla madre e alla fine si nasconde sotto il letto e Michele paragona la madre a Maciste visto che riesce a toglierlo da sotto il letto nonostante lui si era aggrappato a una gamba di quest'ultimo. La parte che non ho capito è quando la madre di Filippo appare al telegiornale e dice ai rapitori che il riscatto è troppo alto e di non tagliare le orecchie a suo figlio. Non ho capito questa parte perché se i rapitori tagliavano le orecchie a Filippo finivano ancora di più nei guai.
Samuele
Non molto tempo fa ho comprato una tutina pigiamino a Liam e io e Samu ci siamo fatti davvero un bel po' di risate a vederlo infilato in questo capo di abbigliamento comprato in svendita e così ho pensato di cucire un maglioncino riciclando due paia di calzini.
Ricetta ossi
Titolo: Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi
Autore: Daniele Aristarco
Casa editrice: Einaudi Ragazzi
Perché mi è piaciuto questo libro: questo libro mi è piaciuto perché mi ha fatto un brevissimo riassunto di che cosa è il fascismo, che io non conoscevo benissimo, e mi ha spiegato dei fatti prima che li studiassi in storia a scuola.