domenica 30 agosto 2020

Ho letto "Nel mare ci sono i coccodrilli" - Samuele

Autore: Fabio Geda
Titolo: Nel mare ci sono i coccodrilli
Casa editrice: BaldiniCastoldi

Riassunto: Questo libro racconta la storia vera di Enaiatollah Akbari. La vita di questo ragazzo è sempre stata complicata: lui è nato in Afganistan e suo padre è stato obbligato a lavorare per dei signori molto potenti che gli dicono: se non lavori per noi, uccidiamo la tua famiglia. Purtroppo un giorno il padre viene assalito dai banditi che rubano la merce dei signori potenti, lui muore e questi signori minacciano la madre di Enaiatollah: "tuo marito ha perso la nostra merce, adesso devi mandare tuo figlio a lavorare per noi". La madre non vuole e quindi porta il figlio in Pakistan, resta tre giorni con lui e poi lo abbandona. Enaiatollah Akbari non si trova bene a Quetta, (in Pakistan), e decide di partire verso l'Iran in modo illegale perché non è un cittadino pakistano e non ha documenti. In Iran Enaiatollah Akbari lavora in una fabbrica di pietre e si taglia il dorso del piede con una pietra enorme che gli procura un taglio molto profondo. Inoltre Enaiatollah Akbari viene beccato più volte dalla polizia e riportato in Pakistan. Stanco di essere riportato in Pakistan decide di partire verso la Turchia, dove non trova lavoro e quindi si mette d'accordo con altri 4 ragazzi per andare in Grecia con un gommone attraverso il mare. In Grecia viene aiutato da una anziana signora che lo veste, gli da da mangiare e gli dà anche dei soldi per un traghetto diretto a Venezia. A venezia si ricorda di un suo amico di nome Payam che abitava in Italia così inizia a chiedere in giro se qualcuno conosceva un certo Payam e scopre che abita a Torino. A Torino viene ospitato da una famiglia che lo accoglie come un figlio: lo vestono, gli danno da mangiare e lo fanno andare a scuola. Un giorno Enaiatollah deve andare in un ufficio per capire se può restare in Italia oppure se deve tornare in Afghanistan. Enaiatollah ottiene un documento che gli consente di essere considerato un rifugiato politico. Alla fine del libro Enaiatollah riesce a mettersi in contatto con la madre.

Riflessioni personali: questo è un libro molto bello e raccontato veramente bene nei minimi dettagli con le parole di un bambino. Inoltre questo libro fa notare che molti Paesi sono messi molto peggio rispetto a noi riguardo la situazione di vita perché è molto rischioso andare a scuola e inoltre a volte il cibo non basta per tutti. Inoltre questo libro fa capire che in molti Paesi non interessa la vita delle altre persone se gli scopi personali sono di maggiore importanza. La cosa più importante che fa capire questo libro è che alcune persone hanno fatto e rischiato di tutto e di più per andare in Paesi migliori di quello da cui sono partiti per poi tornare indietro cacciati dalla polizia. Secondo me la madre ha fatto bene a portare via il figlio via dal Afghanistan perché sapeva che gli sarebbe successo qualcosa di orribile. La parte che mi ha colpito di più è quando Enaiatollah decide di partire da solo verso altri Paesi in cerca di una vita migliore anche se ha solo 10 anni. La parte che non mi è piaciuta è quando si è tagliato il piede con una pietra in una fabbrica e tutti pensavano alla pietra e non a Enaiatollah.

Voto da 1 a 10: 6,5

Samuele

Nessun commento:

Posta un commento